Terapie anti-obesità disponibili in Italia

L’obesità è una condizione cronica che necessita di approcci terapeutici integrati e mirati. Negli ultimi anni, sono stati introdotti nuovi farmaci che simulano l’azione del “glucagon-like peptide-1” (GLP-1) un ormone naturale. Questi farmaci hanno effetti significativi non solo sulla riduzione del peso corporeo, ma anche sul miglioramento di diversi parametri metabolici e su vari organi target.

Inizialmente per trattare il diabete tipo 2, ci si è accorti che facevano anche perder peso, in quanto, mimando il comportamento dell’ormone GLP-1, rallentano lo svuotamento gastrico, riducono l’appetito, inviano segnali di sazietà al cervello, aumentando anche il rifiuto verso i cibi processati, che sono quelli che più fanno ingrassare.

Tuttavia, questi farmaci non rappresentano una “bacchetta magica” che risolve da sola il problema del peso ma vanno sempre associati ad terapie comportamentali.

L’impiego di questi farmaci, inoltre, è possibile esclusivamente in associazione a una dieta ipocalorica, a un aumento dell’attività fisica e in pazienti con Indice di Massa Corporea (BMI):

  • > 30 kg/m2 (obesità)
  • > 27 kg/m2 e < 30 kg/m2 (sovrappeso) in associazione a una comorbilità correlata al peso (diabete tipo 2, ipertensione, dislipidemia, apnea ostruttiva del sonno, malattie cardiovascolari)

Di seguito, alcuni dei principali agonisti del GLP-1 attualmente disponibili in Italia:

A. Liraglutide (Nome commerciale: Saxenda)

                •             Principio attivo: Liraglutide

                •             Produttore: Novo Nordisk

                •             Dosaggio e somministrazione: Somministrazione quotidiana, sottocutanea. La terapia inizia generalmente con una dose di 0,6 mg al giorno, che viene incrementata settimanalmente (0.6-1.2-1.8-2.4-3.0 mg/die) fino alla dose di mantenimento di 3 mg al giorno. Il farmaco è somministrato tramite iniezione sottocutanea quotidiana, solitamente nell’addome, nella coscia o nel braccio.

                •             Risultati e studi clinici: Studi come lo SCALE hanno dimostrato una riduzione del peso corporeo fino al 7-10% rispetto al placebo. Oltre alla perdita di peso, liraglutide ha mostrato benefici cardiovascolari, con una riduzione del rischio di eventi avversi maggiori. Miglioramenti sono stati osservati anche nei parametri epatici e renali, grazie alla riduzione del grasso viscerale e alla sensibilità insulinica. Possibili effetti collaterali: aumento della frequenza cardiaca, ideazione suicidaria, insufficienza renale, malattia della cistifellea e pancreatite. (Prezzo variabile in base al dosaggio: attualmente intorno a 160/230 €)

B. Semaglutide (Nome commerciale: Wegovy)

Tralasciamo Ozempic e Rybelsus farmaci che pur avendo semaglutide come principio sono prescrivibili solo nel paziente diabetico. L’unico farmaco a base di semaglutide attualmente prescrivibile con l’indicazione per l’obesità è Wegovy

                •             Principio attivo: Semaglutide

                •             Produttore: Novo Nordisk

                •             Dosaggio e somministrazione: Somministrazione settimanale, sottocutanea. Semaglutide viene somministrato in una dose settimanale, iniziando con 0,25 mg e aumentando gradualmente, mensilmente, fino alla dose di mantenimento di 2,4 mg (0.25-0.5-1.0-1.7-2.4 mg). La somministrazione è sottocutanea.

                •             Risultati e studi clinici: Il programma di studi STEP ha dimostrato perdite di peso significative, con riduzioni che hanno raggiunto il 15-18% rispetto al placebo. Wegovy può essere prescritto anche nei ragazzi adolescenti con più di 12 anni (con obesità (IMC>95 percentile) e peso superiore a 60 kg. Anche semaglutide ha mostrato effetti benefici a livello cardiovascolare, con una riduzione della pressione arteriosa e un miglioramento del profilo lipidico, oltre a benefici metabolici su steatosi epatica e funzionalità renale. La semaglutide (Wegovy) oltre ad essersi dimostrata più efficace rispetto alla liraglutide (Saxenda) nel favorire il dimagrimento ha la comodità di poter essere somministrata una sola volta la settimana. (Prezzo variabile in base al dosaggio: attualmente intorno a 220/294 €).

C. Tirzepatide (Nome commerciale: Mounjaro)

                •             Principio attivo: Tirzepatide

                •             Produttore: Eli Lilly

                •             Dosaggio e somministrazione: Somministrazione settimanale, sottocutanea. Tirzepatide, un agonista duale dei recettori GLP-1 e GIP, ed è da poco disponibile in Italia. Nei trial clinici viene somministrato una volta alla settimana a dosi che variano da 2.5 mg a 15 mg. L’incremento posologico va effettuato ogni quattro settimane (2.5-5.0-7.5-10.0-12.5-15 mg).

                •             Risultati e studi clinici: Studi recenti come il SURPASS hanno mostrato risultati eccezionali, con una riduzione media del peso fino al 20-22% nei pazienti trattati (con la posologia settimanale di 10/15 mg). Ma già con il dosaggio di 5 mg/settimana, si ottiene un calo del peso del 16% dopo 72 settimane di terapia. Oltre alla perdita di peso, tirzepatide ha dimostrato miglioramenti in vari parametri cardiometabolici, incluso un maggiore controllo della glicemia, una riduzione della steatosi epatica e benefici renali. (Prezzo variabile in base al dosaggio: attualmente intorno a 346/485/623 €).

Vantaggi aggiuntivi degli agonisti GLP-1

Oltre alla perdita di peso, gli agonisti del GLP-1 offrono una serie di benefici che migliorano la salute generale dei pazienti:

                •             Miglioramenti cardiovascolari: Riduzione della pressione arteriosa, miglioramento del profilo lipidico e riduzione del rischio di eventi cardiovascolari maggiori.

                •             Benefici epatici: Diminuzione della steatosi epatica, che aiuta a prevenire la progressione verso la steatoepatite non alcolica (NASH).

                •             Benefici renali: Protezione contro la nefropatia diabetica e miglioramento della funzionalità renale.

                •             Miglioramento del metabolismo generale: Riduzione della resistenza insulinica, controllo glicemico e riduzione dei marcatori infiammatori sistemici.

Tra i possibili effetti collaterali i più frequenti sono: nausea, vomito, diarrea, colelitiasi e sviluppo di pancreatite. Particolare attenzione deve esser posta nei pazienti con nota retinopatia diabetica.

Tutti i sopracitati farmaci sono prescrivibili dal medico specialista (endocrinologo), con l’obiettivo del calo ponderale e sono in fascia C (ovvero il costo è totalmente a carico del paziente e non è dispensato dal SSN).

Si ricorda, infine, che trattandosi di medicinali, peraltro molto costosi, vanno assunti sotto stretta sorveglianza medica e seguendo una serie di indicazioni per monitorare benefici ed effetti collaterali. Bisogna diffidare dall’autoprescrizione, dall’acquisto del farmaco su internet e più in generale dal fai da te.

EndocrinologiaOggi presso GMF Medical Center di Roma, è specializzato nel trattamento dell’obesità. Il centro offre un approccio multidisciplinare che integra queste moderne terapie farmacologiche, a valutazioni cliniche e piani nutrizionali personalizzati. Il percorso terapeutico comprende:

                1.           Valutazione iniziale: Prima di iniziare la terapia, i pazienti vengono sottoposti a una serie di esami diagnostici, tra cui analisi del sangue e un’ecografia addominale, per valutare le condizioni di salute generale e stabilire un punto di partenza.

                2.           Piano terapeutico e nutrizionale personalizzato: Oltre alla prescrizione di farmaci come gli agonisti GLP-1, viene elaborato un piano nutrizionale individuale in base alle esigenze e agli obiettivi specifici del paziente.

                3.           Monitoraggio periodico: Durante il percorso, il paziente è seguito da un team di specialisti in endocrinologia che valuta regolarmente l’andamento della terapia, effettuando nuovi esami di controllo e apportando le necessarie modifiche terapeutiche o nutrizionali.

                4.           Follow-up e valutazione dei risultati: Al termine del ciclo terapeutico, viene effettuata una valutazione complessiva dei risultati ottenuti, con particolare attenzione alla perdita di peso, ai miglioramenti metabolici e agli effetti sugli organi target come fegato, reni e sistema cardiovascolare.

Densitometria ossea REMS senza radiazioni

DENSITOMETRIA OSSEA (MOC) SENZA RADIAZIONI (REMS)

DENSITOMETRIA OSSEA (MOC) SENZA RADIAZIONI (REMS)

La Densitometria Ossea REMS è un innovativo strumento per la diagnosi dell’osteoporosi. Una metodica rapida, precisa, affidabile e soprattutto che non prevede l’impiego di radiazioni.

L’osteoporosi è una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da riduzione della massa ossea e degenerazione della struttura dell’osso e conseguente aumentato rischio di frattura.

La presenza di osteoporosi viene determinata attraverso la valutazione della Densità Minerale Ossea (Bone Mineral Density, BMD), attraverso un esame chiamato Densitometria Ossea o Mineralometria Ossea Computerizzata o MOC.

Fino ad oggi la MOC è stata valutata prevalentemente attraverso una che prevede l’uso di radiazioni ionizzanti (Densitometria DEXA). Attualmente, però, trova un impiego clinico sempre più ampio un’innovativa metodica che non solamente da risultati migliori ma è anche più sicura in quanto non prevede l’impiego di radiazioni (Densitometria REMS).

La DEXA è una metodica che prevede, seppure a basse dosi, l’impiego dei raggi X e permette di classificare un paziente, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in base ai valori di T-score della BMD, come: sano (BMD normale, T-score ≥ − 1), affetto da osteopenia (− 2,5 < T-score < − 1) o da osteoporosi (punteggio T ≤ − 2,5).

Tuttavia, proprio perché prevede l’uso di radiazioni, la DEXA non può essere considerata un test di screening eseguibile su tutta la popolazione e solitamente non può essere ripetuta prima di 18-24 mesi.

Per tutti questi motivi e alla ricerca di un più valido strumento di screening, è attualmente disponibile nella pratica clinica un innovativo strumento diagnostico: la Densitometria Ossea Ecografica REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) che consente una valutazione della densità ossea veloce, non invasiva, accurata, sicura e soprattutto senza raggi X, accurata.

Si tratta di un approccio rivoluzionario per la caratterizzazione della micro-architettura ossea, che sfrutta i segnali in radiofrequenza (RF) acquisiti durante una semplice ecografia. Oltre a garantire un elevato livello di accuratezza, non richiede protezione radiologica ed è di facile fruibilità. Inoltre, l’assenza di radiazioni consente di utilizzare questa metodica su un eterogeneo panorama di pazienti, da quelli pediatrici a quelli a rischio di osteoporosi secondaria, i diabetici, chi ha subito trattamenti oncologici fino alle donne in gravidanza.

La metodica è stata ampiamente validata da numerosi studi scientifici nazionali ed internazionali.

Per tutti questi motivi la metodica REMS è stata anche inserita ufficialmente nelle Linee Guida Ministeriali Inter-Societarie per la corretta identificazione e gestione delle fratture da fragilità presentate in occasione di un evento della Fondazione Italiana Ricerca Malattie dell’Osso (FIRMO) nella Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, in un tavolo coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) (video).

Per informazioni più dettagliate sulla metodica leggere il seguente articolo.

Grazie al suo approccio privo di radiazioni, REMS può essere tranquillamente impiegata anche per screening di massa sulla popolazione, programmi di prevenzione anche in popolazioni “radiologicamente fragili” come donne in gravidanza e bambini, diagnosi precoci e follow-up a breve termine.

Prenota una MOC/Densitometria Ossea REMS senza radiazioni.

Dott. Massimiliano Andrioli

Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio

Centro EndocrinologiaOggi, Roma
viale Somalia 33A, Roma
tel/fax 0686391386
cell 3337831426

“Salute Bond”

GMF Medical Center è da sempre al servizio della vostra salute, anche in questo momento difficile di quarantena che ci si augura finirà presto.

In questi giorni, ci siamo dedicati a rendere il nostro ambiente di lavoro ancora più sicuro per voi e per noi.

Oltre all’ingresso contingentato ed al triage telefonico, il centro attualmente si è dotato di termometri ad infrarossi e dispenser igienizzanti all’ingresso, dispositivi di protezione collettiva (schermi protettivi) ed individuale (mascherine, guanti e visiere protettive per il personale sanitario) e, cosa ancora più importante, un avanzato sistema di sanificazione ambientale con ozono.

Tutte queste accortezze, garantiscono la massima sicurezza possibile nella prevenzione delle infezioni da Coronavirus nel nostro poliambulatorio che, ricordiamo, non tratta pazienti Covid.

Dal 4 Maggio GMF Medical Center riattiverà i consueti orari di apertura e, nell’attesa, abbiamo pensato di rendere disponibili per voi i “Salute Bond”.

Cosa sono i “Salute Bond”?

I “Salute Bond” consentono in questo periodo in cui restiamo ancora tutti quanti nelle nostre case di acquistare ad un prezzo particolarmente vantaggioso le prestazioni mediche di cui abbiamo bisogno e che abbiamo messo in stand-bye ma che dovremo effettuare comunque nei prossimi mesi.

In particolare, i “Salute Bond” potranno essere acquistati sino al 4 Maggio, per prestazioni da effettuarsi tra il 4 Maggio ed il 30 Settembre 2020.

Qui di seguito le prestazioni mediche acquistabili tramite i “Salute Bond”:

Visita cardiologica                                   €65 anzichè €100

Ecocardiogramma                                   €65 anzichè €100

Elettrocardiogramma                             €30 anzichè €50

Visita dermatologica                               €65 anzichè €100

Visita ginecologica                                   €70 anzichè €110

Visita neurologica                                    €70 anzichè €110

Visita nutrizionistica                               €65 anzichè €100

Visita urologica                                         €100 anzichè €120

Visita oculistica                                         €55 anzichè €80

Visita ortopedica                                      €65 anzichè €100

Visita psicologica                                      €45 anzichè €60

Visita reumatologica                                 €70 anzichè €110

Visita senologica                                       €65 anzichè €100

Ecografia addome completo                   €90 anzichè €130

Ecografia addome superiore                   €70 anzichè €100

Ecodoppler TSA                                         €65 anzichè €90

Ecografia mammaria                               €60 anzichè €80

Ecografia pelvica                                       €65 anzichè €90

Ecografia renale, vescicale e prostatica  €90 anzichè €120

 

Per tutte le prestazioni non comprese nell’elenco si prega di contattare la Segreteria al numero 0686391386.

 

Spermiogramma in pochi minuti.

GMF Medical Center è lieta di informare che da oggi presso il Centro è disponibile l’esame del liquido seminale.  

Lo SPERMIOGRAMMA infatti consente di valutare le caratteristiche del liquido spermatico e di misurare la fertilità maschile.

Grazie all’acquisizione di una nuova tecnologia abbiamo infatti la possibilità di valutare il liquido seminale e di fornire una risposta entro pochi minuti dalla consegna del campione*. La strumentazione utilizzata offre la tecnologia CASA (computer assisted sperm analysis) che rilascia i parametri più importanti per la fertilità quali il pH, la concentrazione, la morfologia e la motilità.

Il campione potrà essere raccolto a domicilio e consegnato entro 30 minuti dalla raccolta, oppure potrà essere raccolto direttamente presso i nostri ambulatori**.

Inoltre siamo tra i primi in Italia ad offrire la valutazione dello stress ossidativo del liquido seminale avendo a disposizione il MyOXSYS***, altro test innovativo che consente un’ulteriore valutazione, andando a completare i dati forniti dal più tradizionale spermiogramma.

GMF Medical Center si conferma come Centro di riferimento per la cura della fertilità della coppia avendo la possibilità di fornire con i nostri ginecologi, endocrinologi ed urologi un approccio completo nel trattamento dell’infertilità maschile e femminile.

Lo SPERMIOGRAMMA viene offerto al prezzo di 80€

Il test MyOXSYS viene offerto al prezzo di 120€

Il pacchetto SPERMIOGRAMMA+MyOSYS viene offerto al prezzo di 170€

* il referto sarà costituito da un completo report sulle caratteristiche del liquido seminale che comprende anche delle immagini degli spermatozoi analizzati. Per chi fosse interessato abbiamo anche la possibilità di fornire un breve video della motilità dei propri spermatozoi.

** per chi desidera effettuare la raccolta direttamente presso il Centro bisognerà attendere solo 30 minuti per ottenere la liquefazione del liquido.

*** Il sistema MiOXSYS utilizza il test del potenziale di ossidoriduzione statica (sORP) per misurare lo stress ossidativo sul campione di sperma. Il vantaggio di questo test consiste nel fatto che prende in considerazione sia l’attività degli ossidanti che quella degli antiossidanti, fornendo una misurazione totale dello stress ossidativo, senza la preparazione del campione. In aggiunta ai parametri standard del liquido seminale (spermiogramma) è in grado di valutare il danno effettivo che il liquido seminale sta subendo ad opera dei radicali liberi e delle specie reattive dell’ossigeno (ROS). Questa informazione è particolarmente utile in quanto, basandosi sul principio del perfetto equilibrio della quantità dei radicali liberi, una terapia antiossidante prescritta in maniera empirica potrebbe anche risultare dannosa alla fertilità maschile. Monitorando, viceversa, il livello di stress ossidativo con il MiOXSYS, saremo in grado di controllare l’efficacia e la reale utilità della terapia, senza fare danni. Il test è semplicissimo e si effettua sul liquido seminale, una piccola parte dello sperma viene applicata su un sensore che viene inserito nell’analizzatore. La macchina dopo solo 2 minuti sarà in grado di dare l’esito del test e di quantificate lo stress ossidativo. Risulta quindi assolutamente consigliabile, al giorno d’oggi, integrare le comuni informazioni dello spermiogramma e della frammentazione del DNA (DFI) con questo utile test allo scopo di caratterizzare meglio la fertilità maschile ma soprattutto per meglio gestire la terapia medica.

Risultato immagini per mioxsys
Risultato immagini per mioxsys senso

PROTESI DI GINOCCHIO: TOTALE O MONOCOMPARTIMENTALE?

Protesi di Ginocchio: Totale o Monocompartimentale?

 

Introduzione

La chirurgia protesica del ginocchio è una procedura oramai diffusa in tutto il mondo. Solo in Italia ogni anno vengono eseguite decine di migliaia di protesi di ginocchio sia totali che monocompartimentali, e questi numeri sono destinati a crescere ulteriormente con l’aumentare dell’età media della popolazione. La chirurgia protesica o sostitutiva del ginocchio si rende necessaria quando una condizione patologica ha determinato la totale o parziale distruzione dell’articolazione, con conseguente dolore, limitazione funzionale, zoppia e assoluta necessità da parte del paziente ad utilizzare almeno un bastone o altri ausili.

La condizione patologica che più comunemente rende necessario l’impianto di una protesi di ginocchio è sicuramente l’artrosi, cioè la degenerazione progressiva cronica, fino al totale consumo, della cartilagine articolare. L’artrosi è una malattia molto diffusa, ovviamente più frequente nell’età anziana, ma in seguito a particolari circostanze quali traumi, lesione legamentose o lesioni cartilaginee non trattate può presentarsi anche in pazienti più giovani. Altre condizioni che possono rendere necessario l’impianto di una protesi di ginocchio sono la necrosi avascolare dell’osso detta anche osteonecrosi (soprattutto dei condili femorali), fratture articolari, lesioni inveterate dei legamenti (soprattutto del crociato anteriore), infezioni, disturbi metabolici, malattie reumatiche croniche.

Il ginocchio viene modernamente suddiviso in tre compartimenti: femoro-tibiale interno, femoro-tibiale esterno e femoro-rotuleo. Quando il processo patologico, ad esempio l’artrosi, colpisce contemporaneamente tutti e tre questi distretti allora si rende necessario sostituire tutti e tre i compartimenti del ginocchio grazie all’impianto dunque di una protesi totale detta anche protesi tricompartimentale. Ovviamente la protesi totale finisce col sostituire anche uno (l’anteriore) o entrambi i legamenti crociati, anch’essi gioco forza danneggiati dal processo patologico. Molto spesso invece il processo patologico, l’artrosi o ad esempio l’osteonecrosi, colpisce uno solo dei compartimenti del ginocchio, lasciando intatti i restanti due compartimenti e i legamenti crociati. In questi casi, che sono molto più frequenti di quanto si pensi, basta sostituire soltanto il compartimento danneggiato grazie all’impianto di una protesi monocompartimentale appunto, un intervento notevolmente meno invasivo di una protesi totale, molto più rapido e con una ripresa postoperatoria rapidissima grazie anche al mantenimento della cinematica naturale del ginocchio in cui gran parte dell’osso sano e tutti i legamenti sono lasciati intatti e non sostituiti dall’impianto protesico.

Protesi totale di ginocchio

La protesi totale di ginocchio (insieme alla protesi d’anca) rappresenta uno degli interventi più frequentemente eseguiti in chirurgia ortopedica. Grazie all’utilizzo di materiali sempre più resistenti e a disegni protesici sempre più anatomici, le protesi totali di ginocchio hanno raggiunto tassi di sopravvivenza ad almeno 20 anni in più del 90% delle casistiche. Questi dati sono certamente destinati a migliorare ulteriormente visto come detto l’introduzione ogni anno di protesi sempre più moderne e impiantate con strumentari sempre più avanzati (anche grazie all’utilizzo in sala operatoria di computer e robot che possono guidare l’intervento chirurgico rendendolo ancora più preciso).

Allo stesso modo, con l’ausilio di pratiche anestesiologiche sempre più avanzate eseguite sia prima che durante che dopo l’intervento, dirette primariamente al controllo del dolore postoperatorio, il paziente operato di protesi totale di ginocchio viene messo in piedi il giorno stesso dell’intervento con notevole riduzione del dolore, e dimesso già in seconda giornata postoperatoria (tecnica del “fast track”). L’intervento di protesi totale di ginocchio viene eseguito in anestesia loco-regionale (o anche generale se il paziente lo preferisce), dura meno di un’ora e grazie anche all’utilizzo di moderni dispositivi antiemorragici utilizzati durante l’intervento, non richiede più (se non in casi davvero eccezionali) trasfusioni di sangue nel postoperatorio. Per tutti questi motivi, la rieducazione postoperatoria è molto rapida e dopo 15-20 giorni il paziente può abbandonare le stampelle e riprendere una vita quotidiana normale e autonoma.

Come detto, l’intervento di protesi totale di ginocchio si rende necessario quando la condizione patologica, spesso l’artrosi, causa il consumo della cartilagine di tutti i compartimenti del ginocchio. Nella Figura 1 si nota chiaramente come l’artrosi ed il consumo quasi totale della cartilagine coinvolgono sia i compartimenti femoro-tibiali interno e esterno (Figura 1a) che il compartimento femoro-rotuleo (Figura 1b), con le ossa femore e tibia che praticamente vengono in contatto causando attrito con conseguente grave dolore e limitazione funzionale per il paziente. In questi casi quindi è necessario sostituire tutti e tre i compartimenti con l’utilizzo di una protesi totale di ginocchio (Figura 2a e Figura 2b).

Protesi monocompartimentale di ginocchio

Quando il processo patologico coinvolge solo uno dei tre compartimenti, è possibile impiantare una protesi monocompartimentale, preservando come detto tutto il resto del ginocchio (osso e legamenti), ed effettuando un intervento quindi che è ancora più rapido e “leggero” per il paziente e per il chirurgo. Anche le protesi monocompartimentali moderne ormai hanno raggiunto tassi di sopravvivenza a 20 anni in più del 90% delle casistiche tale per cui non sono e non devono assolutamente essere viste come “protesi di passaggio” in attesa della protesi totale. Nel paziente adatto e con le giuste indicazioni la protesi monocompartimentale può rappresentare la soluzione definitiva, soprattutto per il paziente giovane dove impiantare una protesi totale potrebbe essere un’esagerazione terapeutica, ma anche per il paziente molto anziano magari con problematiche internistiche importanti (cardiopatie, diabete, insufficienza renale, ecc.) in cui la protesi monocompartimentale rappresenta un intervento molto meno invasivo e con un tasso di morbidità ancora più basso rispetto alla protesi totale. Senza dimenticare il fatto che, anche dopo 20 anni per esempio, è molto più facile revisionare una protesi monocompartimentale rispetto ad una protesi totale: una protesi monocompartimentale, quando necessario, può essere tranquillamente sostituita da una protesi totale.

La protesi monocompartimentale come detto è un intervento più rapido e meno invasivo rispetto alla protesi totale. Dura circa mezz’ora, non richiede mai trasfusioni di sangue nel postoperatorio e può anch’esso eseguito in anestesia loco-regionale. Consente al paziente di essere messo in piedi e camminare il giorno stesso dell’intervento e di essere dimesso il giorno dopo, già in prima giornata postoperatoria. L’incisione chirurgica è ancora più piccola rispetto a quella necessaria nella protesi totale, con un dolore postoperatorio che è notevolmente inferiore.

Come detto, affinché si possa impiantare una protesi monocompartimentale è necessario che il processo patologico colpisca un solo compartimento del ginocchio, con integrità dei rimanenti compartimenti e dei legamenti crociati che come tale vengono “salvati” durante l’intervento. Le condizioni patologiche che più comunemente rendono necessario l’impianto di una protesi monocompartimentale sono l’artrosi e l’osteonecrosi del condilo femorale, soprattutto del compartimento femoro-tibiale interno. Nella Figura 3 si nota chiaramente come l’artrosi ed il consumo della cartilagine coinvolgono solo il compartimento femoro-tibiale interno con le ossa “che si toccano” solo in quel distretto. Nella Figura 4 invece si apprezza come l’osteonecrosi del condilo femorale interno abbia causato una grave compromissione del compartimento femoro-tibiale interno, con distruzione del profilo articolare. Ebbene, in entrambi questi casi una protesi totale risulterebbe eccessiva, mentre la protesi monocompartimentale consente di risolvere il problema andando a sostituire soltanto il compartimento danneggiato con un intervento mini-invasivo, lasciando integri come detto i restanti compartimenti e anche tutti i legamenti del ginocchio (Figura 5). Ovviamente, oltre ai compartimenti femoro-tibiali, è possibile anche sostituire soltanto il compartimento femoro-rotuleo qualora il processo patologico coinvolga solo la rotula con una protesi monocompartimentale femoro-rotulea (Figura 6).

Conclusioni

Gli interventi di protesi di ginocchio (totale e monocompartimentale) vengono eseguiti quotidianamente nelle cliniche ortopediche con tecniche sempre meno-invasive, materiali sempre più resistenti e duraturi e strumentari sempre più avanzati e precisi. Ad oggi, il paziente operato di protesi di ginocchio cammina il giorno stesso dell’intervento, con notevole controllo e riduzione del dolore postoperatorio, e viene dimesso in prima o seconda giornata postoperatoria (fast track). Un’attenta e accurata valutazione clinica e radiografica del paziente consente al chirurgo ortopedico di scegliere la migliore protesi per ogni singolo paziente, totale o monocompartimentale, uomo o donna, anche in base alle sue esigenze funzionali e alle sue attività quotidiane, lavorative e sportive.

 

Prenota on line una visita ortopedica sull’argomento.

Dott. Michele Vasso

Specialista in Ortopedia

GMF Medical Center, Viale Somalia 33A, 00199 Roma

Per ulteriori info o prenotazioni: 0686391386 o 3337831426

Epilazione permanente con IPL

COS’E’

E’ una tecnica di epilazione che più precisamente viene chiamata” progressivamente permanente” che utilizza apparecchiature che distruggono il bulbo pilifero tramite un meccanismo di fototermolisi. Esistono diverse apparecchiature che possono essere utilizzate. Le più comunemente utilizzate sono l’IPL o il laser a diodo (più usato in ambito estetico) o il laser alessandrite.

COME FUNZIONA

Il paziente effettuerà una prima visita in cui viene valutato il fototipo, il tipo di pelo ed eventuali controindicazioni al trattamento. Quattro giorni prima del trattamento dovrà depilare la zona interessata con il rasoio in modo da arrivare alla seduta con il pelo di circa un mm, durante la quale viene quindi applicato un gel e passato un manipolo sulla zona interessata. La seduta è rapida, indolore (si sentirà una leggera sensazione di calore) e permette di poter svolgere successivamente qualsiasi attività. Dopo circa una settimana, dieci giorni i peli inizieranno a cadere in alcune aree, che saranno sempre maggiormente estese nel corso delle diverse sedute.

QUANTE SEDUTE SONO NECESSARIE

Considerando che è stato dimostrato che queste tecnologie agiscono quando il pelo si trova in una fase specifica detta anagen, sono necessarie più sedute per riuscire a colpire i peli in questa fase.

Mediamente con le tecnologie medicali a maggiore potenza si stima che servano tra 4 e 7 sedute per ottenere una soddisfacente riduzione dei peli, distanziate almeno 40 giorni l’una dall’altra. Finito il primo ciclo di attacco saranno sufficienti una/due sedute di mantenimento ogni anno.

QUALI SONO I VANTAGGI

Numerosi sono i vantaggi dimostrati con questo trattamento che sta sempre più sostituendosi alle classiche tecniche di epilazione. Il primo vantaggio è l’allungamento dei tempi di ricrescita del pelo, beneficio che migliora di seduta in seduta, non a caso viene definita epilazione progressivamente definitiva. Il secondo e non indifferente vantaggio è la risoluzione della follicolite post epilazione, vale a dire l’infiammazione del follicolo pilifero successiva alle tecniche di epilazione. La follicolite, soprattutto se ricorrente, è una indicazione medica all’epilazione permanente che andando alla radice del bulbo pilifero, non infiamma il follicolo come può accadere con tutte le altre tecniche. Anche per chi soffre di cisti pilonidali questo tipo di epilazione permette di risolvere il problema.

Infine, soprattutto in chi soffre di ipercheratosi post tecniche di epilazione, questo tipo di trattamento consente di schiarire la pelle.

QUALI SONO LE CONTROINDICAZIONI

In linea generale è un trattamento accessibile e tollerato da tutti. Tuttavia si evita di fare il trattamento nelle donne in gravidanza e allattamento, in corso di terapie con corticosteroidi ad alto dosaggio, terapie immunosoppressive e fotosensibilizzanti.

EFFETTI COLLATERALI

L’unico possibile ma molto raro effetto collaterale è l’eritema destinato tuttavia a ridursi in pochi giorni dalla seduta. L’unica accortezza che si deve seguire è evitare l’esposizione diretta e non protetta ai raggi solari nei tre giorni precedenti e successivi al trattamento.

IL NOSTRO MACCHINARIO

Il macchinario utilizzato nel nostro centro è una IPL di ultima generazione che ha un manipolo con un filtro che raggiunge i 760 nm di profondita e quindi pari ad un laser alessandrite che è uno dei laser più potenti presenti per l’epilazione.

I vantaggi di una epilazione eseguita tramite un macchinario medicale, rispetto al laser a diodo comunemente utilizzato nei centri estetici sono: maggiore potenza di emissione con conseguente riduzione del numero di sedute, maggiore tolleranza al trattamento e minore rischio di effetti collaterali, essendo un trattamento eseguito da un medico specializzato in medicina estetica.

Vi invitiamo a prenotare un consulto gratuito per avere maggiori informazioni.

Dott.ssa Roberta Leone

Medicina estetica

GMF Medical Center, Viale Somalia 33A, 00199 Roma

Per ulteriori info o prenotazioni: 0686391386 o 3337831426

IPERTENSIONE ARTERIOSA: PREVENIRE A TAVOLA

L’ipertensione o ipertensione arteriosa è una condizione clinica in cui la pressione del sangue nelle arterie della circolazione sistemica risulta elevata, con conseguente aumento di lavoro da parte del cuore. La pressione sanguigna normale rientra a riposo tra  110 e i 140 mmHg di sistolica e tra i 60 e i 90 mmHg di diastolica. Viene considerata un’ipertensione se vi è una pressione frequentemente pari o superiore ai 140/90 mmHg. Prenota on line una valutazione cardiologica o un holter pressorio.

Possiamo avere un’ipertensione di tipo primaria (essenziale) o come secondaria. Circa il 90-95% dei casi sono classificati come “ipertensione primaria”, il che significa che vi è pressione alta senza evidenti cause cliniche, tra le cause più frequenti si riscontra: cattiva alimentazione, sedentarietà, fumo, stress; mentre il restante 5-10% dei casi, classificati come “ipertensione secondaria” sono causati da altre malattie che colpiscono i reni, le arterie, il cuore, il sistema endocrino, problemi alla vista. Prenota on line una valutazione endocrinologica.

Attraverso questa immagine possiamo vedere meglio i numeri che riguardano questa patologia in Italia e complicanze ad essa correllate, tra le cause principali per ipertensione ci sono dieta errata e sedentarietà che possono influire negativamente su salute di questi pazienti.

Il dato più preoccupante evidenziato da uno studio pubblicato da Università Cattolica del sacro Cuore di Roma, è il numero di bambini ipertesi già in età scolare, i quali risultano essere più a rischio ed una della cause principali in questa fascia di età è la cattiva alimentazione ricca di zuccheri, grassi saturi,prodotti confezionati quali snack e patatine.

In età adulta, spesso il trattamento farmacologico diventa necessario in alcuni pazienti , ma associare una dieta sana, attraverso un percorso nutrizionale mirato e guidato è importante per ridurre rischi e migliorare qualità di vita. Prenota on line una valutazione nutrizionistica.

In questi pazienti si evidenzia spesso dopo attenta valutazione nutrizionale, sovrappeso, adiposità localizzate a livello addominale, ritenzione di liquidi, etc e quindi migliorare alimentazione giornaliera, attraverso educazione alimentare e la scelta di alimenti più consapevole sulla conoscenza per esempio di alimenti SI e NO, può essere un validissimo aiuto per la prevenzione.

Quali accorgimenti seguire a tavola?

Una dieta personalizzata si basa sulla conoscenza della storia clinica del paziente, su tipo di terapia farmacologica eventuale, conoscenza delle abitudini alimentari, e su altre varianti quali ad esempio conoscere abitudini tipo di attività lavorativa, attività fisica ecc. Dopodiché si studierà uno schema di dietoterapia mirato.

In sintesi possiamo dire che è importante:

  • Alimentazione equilibrata, sana e varia
  • Ridurre il sale, ricco di sodio perché esso è nemico numero uno, infatti il sodio trattiene liquidi e aumenta ritenzione liquidi, ma occhio al sale che non si vede! Esso infatti, è contenuto in molti alimenti quali ad esempio insaccati,formaggi, come conservante sotto forma di glutammato monosodico e quindi presente come “additivo” in molti alimenti confezionati nei dadi confezionati, esaltatori sapidità, salse, ecc
  • Assumere più grassi cosiddetti “buoni” acidi grassi polinsaturi presente nel pesce e in forma diversa anche in frutta oleaginosa (frutta secca)
  • Consumare più frutta e verdura di stagione
  • Assumere più cereali integrali
  • Idratare bene il corpo bevendo più acqua
  • Fare movimento,anche semplici passeggiate per aiutare non solo a raggiungere peso forma, ma fare moderata attività fisica aiuta anche attività del cuore.

 

Dott.ssa Simona Dongiovanni

Dietista e Nutrizionista

GMF Medical Center, Viale Somalia 33A, 00199 Roma

Per ulteriori info o prenotazioni: 0686391386

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